La neve scende lentamente e accarezza le strade, gli alberi, gli edifici. Tutto si colora di bianco. Le case si accendono di mille luci colorate, che lampeggiano a ritmo di una dolce musica, mentre i bambini sono in fermento per l’arrivo di Babbo Natale. E, come ogni anno, amici e parenti si riuniscono per rivivere insieme la magia del Natale.
 

 
In tutta la sua rara e gioiosa atmosfera, il Natale è anche un’occasione per gustare le tradizionali prelibatezze, soprattutto i dolci tipici natalizi, che ogni anno vengono riproposti sulle nostre tavole. Nonostante siano gli stesse di sempre, ci sembrano diversi, dal sapore unico e squisito, che nutrono sentimenti e ricordi, alimentando anche il nostro senso di appartenenza ai luoghi natii.

Come ogni festa che si rispetti, il Natale ha i suoi protagonisti indiscussi: cuochi o cuoche di casa, mamma, nonne, parenti e amici. Sono loro i veri testimoni della buona cucina che, anche in un giorno di festa come quello del Natale, indossano i grembiuli e tirano fuori antiche ricette per deliziare i palati dei commensali.

Un vecchio detto popolare recita “A Natale con i tuoi, a Capodanno con chi vuoi”. Già, quale miglior occasione per gustare con i nostri cari quei piatti unici che ogni anno mangiamo e che, proprio a Natale, sembrano avere un sapore diverso!?

 

Dolci tipici natalizi, regione per regione

Ogni paese o territorio ha un proprio piatto, che sia dolce o salato, tipico del periodo natalizio, antico o rivisitato, che si conserva e ripropone anche per anni.

Per augurarvi un dolce Natale, ci siamo immedesimati in un gigante che cammina attraverso l’Italia, mettendo piede da una regione all’altra e segnalandovi alcuni dolci tipici natalizi, ricchi di storia e tradizione.
 

 

Valle d’Aosta

In Valle d’Aosta si prepara la Micoòula, una pagnotta piccola e prelibata che, dal giorno dell’Immacolata, diventa alimento simbolo di tutto il periodo natalizio. È impastata con la farina di segale mista a quella di frumento con lievito madre, acqua e resa golosa da castagne lesse, fichi secchi, noci spezzettate, uva passa e scaglie di cioccolato fondente.

 

Piemonte

In Piemonte è buona usanza preparare il Tronchetto di Natale, un trionfo di cioccolato, panna, brandy e marroni, per una tradizione natalizia ben radicata nella cultura della regione. Si ispira a un’antica leggenda, ossia quella di bruciare nel camino un grosso ceppo considerato benaugurale per il nuovo anno.

 

Liguria

In Liguria vi è il classico Pandolce, una soffice focaccia ripiena di canditi e uvetta. Una ricetta semplice e dal sapore genuino. Un’antica usanza vuole che il più giovane a tavola toglie il ramoscello d’ulivo posto sul pandolce mentre il più anziano taglia il dolce e lo distribuisce ai commensali presenti.
 

Castagnaccio, Liguria – fonte wikipedia

 

Lombardia

In Lombardia sono molti i dolci natalizi. Nella tradizione bresciana c’è il Bossolà, una ciambella soffice e vaporosa. Il nome deriverebbe dal celtico “bés ‘mbesolàt” che significa serpente attorcigliato: si tratta di simbolo di buon auspicio e che rimanda all’idea di potere e rinascita, presente in molte leggende e racconti delle valli bresciane.

 

Trentino Alto Adige

In Trentino Alto Adige si mangia lo Zelten, una specialità tipica del Sud Tirolo. È una torta con frutta secca, uvetta, cannella e canditi. Il nome deriva dal termine tedesco “selten” che significa “raramente”, proprio perché lo Zelten veniva preparato una volta l’anno ed esclusivamente per Natale.

 

Friuli Venezia Giulia

In Friuli Venezia Giulia, in particolare nel Collio Friulano, è tipica la Gubana, a base di pasta dolce lievitata con un ripieno di noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa o vino liquoroso, scorza grattugiata di limone. Dalla forma a chiocciola o a spirale e cotta al forno, una volta tagliata a fette mostra la stratificazione di ripieno e impasto. Essendo un dolce tradizionale, oggi la Gubana presenta alcune varianti, in cui vengono aggiunti diversi tipi di frutta secca.

 

Veneto

Il Veneto è la patria del celebre Pandoro, dolce di origine veronese apprezzato in tutto il mondo. La sua storia è ricca di aneddoti e leggende, ma la nascita ufficiale avvenne il 14 ottobre 1884, giorno in cui Domenico Melegatti depositò all’ufficio brevetti questo dolce. È caratterizzato da un impasto morbido e dallo stampo di cottura con forma di stella troncoconica a otto punte, opera dell’artista Dall’Oca Bianca, pittore impressionista.
 

Tronchetto di Natale, Piemonte – fonte wikipedia

 

Emilia Romagna

In Emilia-Romagna si prepara il Panone di Natale di Bologna con ingredienti semplici e poveri: mostarda di mele cotogne, fichi secchi, cioccolato e miele. Questo dolce, di epoca antica, incarna la tradizione natalizia delle comunità rurali bolognesi e provincia.

 

Toscana

In Toscana fa da regina il Panforte, prodotto da forno basso e morbido, ripieno di frutta candita, mandorle e spezie. Ha origini millenarie: le prime testimonianze scritte relative a questo dolce, infatti, risalgono all’anno Mille, e a quel tempo veniva chiamato Pane Natalizio.
 

Lazio

Nel Lazio si prepara il Pangiallo. È un impasto composto da farina, frutta secca, miele e cedro candito che poi viene spennellato con tuorli d’uovo. Il nome è suggerito dalla colorazione gialla della crosta, che si forma durante la cottura in forno. La tradizione vuole che, nel giorno del solstizio d’inverno (21 dicembre), si prepari questo dolce come buon auspicio per il ritorno delle lunghe giornate di sole, che il colore del dolce ricorda.
 

Umbria

In Umbria è tradizione il Torciglione, così chiamato per via della sua forma attorcigliata, che richiama la ciclicità dell’anno che “muore e rinasce”. In realtà, ci sono tanti aneddoti e storie che raccontano di questo dolce e ne valorizzano la sua storicità. Ancora oggi, il valore simbolico del dolce emerge dalla particolare guarnizione fatta di pinoli o mandorle, che simulano le squame, e da due ciliegine candite messe nella punta che rappresentano gli occhi infuocati del tentatore.

 

Marche

Nelle Marche è famoso il rito di infornare la pizza di Natale detta la pizza de Natà. Si tratta di un pane dolce che affonda le sue origini nella tradizione contadina. È condito con ingredienti semplici come pasta di pane, olio di oliva, nocciole, noci, mandorle, uvetta, fichi secchi, scorze di arance e limoni. Nelle versioni più recenti, è aggiunto il cioccolato tritato o il cacao in polvere.
 

Panforte, toscana – fonte pixabay


 

Abruzzo

In Abruzzo, c’è il classico e gustoso Parrozzo, un dolce dalla forma semi sferica che trae origine dal cosiddetto pane rozzo, una sorta di pagnotta rustica preparata solitamente dai contadini con la farina di granoturco. Attualmente l’impasto è sempre di granoturco in aggiunta di mandorle, dolci e amare, e arricchito da una copertura di finissimo cioccolato fondente. È un dolce in passato molto elogiato da Gabriele D’Annunzio.

 

Molise

In Molise si preparano i Caragnoli, dolci a forma di elica preparati con farina, uova e olio, poi fritti e ricoperti di miele. Sono dolci riconosciuti come PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) tipici del basso Molise, e preparati per le festività natalizie e di Carnevale.

 

Puglia

In Puglia è tradizione preparare le Cartellate: si tratta di sottili sfoglie di pasta ottenuta con farina, olio e vino bianco, lavorate a forma di rosa, fritte in abbondante olio e guarnite con miele o mosto. Nella tradizione cristiana, la caratteristica forma rappresenta l’aureola o le fasce che avvolgono nella culla il Bambino Gesù, ma anche la corona di spine al momento della crocifissione.

 

Campania

In Campania si preparano gli Struffoli, palline di pasta dolce, fritte e poi intinte nel miele, decorate con confettini colorati e frutta candita. Dolce tipico del Natale, si dice sia stato portato a Napoli dai greci, quando la città era conosciuta come “Partenope”. Dal greco, infatti, deriverebbe il nome “struffolo” e più precisamente dalle parole strongoulos, ossia arrotondato, e pristòs, che significa tagliato. Per assonanza quindi, uno “strongoulos pristòs” è una pallina rotonda tagliata.
 

Struffoli, Campania – fonte pixabay

 

Basilicata

In Basilicata si preparano i Calzoncelli, tegolini di pasta sfoglia realizzati con la farina di grano, chiusi a fagottino e ripieni di crema di castagne o ceci. Dopo averli fritti, si coprono con dello zucchero a velo oppure con del miele. In alternativa, possono essere cotti al forno. Una vera prelibatezza.

 

Calabria

In Calabria si mangiano i Cannarituli, tipici dolci a forma di piccoli cannoli decorati con il miele d’api. Il termine deriva da canna o cannolo, ossia l’apposito utensile utilizzato per avvolgere la pasta. Tuttavia il nome è associato anche ai termini dialettali di cannarutìe e cannarutu, corrispondenti alle espressioni italiane di golosità e goloso.

 

Sicilia

La Sicilia ci delizia di numerosi dolci natalizi di varie forme e gusti. Tra queste leccornie, ricordiamo il Torrone che vanta una secolare tradizione nella sua preparazione. Chiamato Cubbaita, è fatto con le mandorle, le nocciole o i pistacchi (i più apprezzati sono quelli di Bronte). È un prodotto antichissimo dolce, a base di zucchero, miele e mandorle o sesamo. Il torrone più conosciuto è quello preparato con il sesamo e le mandorle a pezzetti.
 

Torrone, Sicilia – fonte wikipedia.

 

Sardegna

Infine, la Sardegna. Qui, si preparano le tipiche Seadas o Sebadas. È un dolce diffuso in tutta l’isola, realizzato con una sfoglia di pasta ripiena di formaggio fresco, che viene fritto e poi cosparso di miele. Il dolce, chiamato nelle diverse varianti linguistiche dell’isola, ha tuttavia un nome che pare derivi dalla parola latina sebum per il suo aspetto untuoso o anche perché nella lingua sarda si chiama “seu”, il grasso animale.

 

Saperi da tramandare alle generazioni future

Questo clima di serenità è un’occasione gradita per ricordare le vecchie ricette, tipiche di un luogo, magari da tramandare alle generazioni future per tenere in vita tradizioni che scaldano il cuore. Ogni famiglia conserva gelosamente la propria ricetta speciale che si prepara durante periodo di Natale: speriamo di aver acceso, con questo articolo, la vostra passione per le tradizioni culinarie dei luoghi in cui avete vissuto le più magiche notti di Natale.