Nel corso dei secoli, la Puglia è stata terra di passaggio solcata da mercanti, monaci, pellegrini, crociati, uomini erranti e transumanti: persone con storie e motivazioni diverse, che attraversavano le lande pugliesi per raggiungere le coste o ivi fermarsi per dimorare fra eremi, santuari e masserie.

Oggi la Puglia è la destinazione ideale per una vacanza all’insegna del relax, di spiagge meravigliose, di culture e tradizioni differenti e soprattutto di buoni prodotti enogastronomici.

Percorrendo le strade interne della regione, si possono ammirare campi, case di campagna, borghi rurali o importanti centri urbani che, da lontano, accompagnano il nostro viaggio; in realtà, per gustare ciò che la Puglia offre – dai prodotti tipici alle storiche strutture artistiche e monumentali – occorre concedersi più di una fermata: la campagna pugliese, infatti, offre una ricchezza di sapori e tradizioni tipici di una terra situata tra i monti e il mare; l’eccellente patrimonio enogastronomico di questa regione, con prodotti quali formaggi, verdure, vino, olio, carne e tanto pesce, è frutto di un’antica e radicata tradizione culinaria e i frutti della terra vengono trasformati in prodotti semplici, pieni di sapore e profumo, grazie alla maestria di artigiani locali del cibo come fornai, casari e agricoltori.

Un viaggio in Puglia significa prendersi una pausa rigenerante alla scoperta di tradizioni artistiche e culinarie ancora forti: è quello che abbiamo fatto durante il nostro viaggio alla scoperta di alcuni dei luoghi più affascinanti del lembo di Puglia da noi visitato.

 

Il Teatro Petruzzelli di Bari

Il Teatro Petruzzelli di Bari

 

Bari, approdo e crocevia di culture diverse

Il nostro viaggio parte da Bari, città di remotissime origini che tuttora conserva i segni di una interessante stratificazione urbana, multietnica e religiosa. La città ha rappresentato, nel corso dei secoli, un vero e proprio crocevia di civiltà e culture; ancora oggi, con la sua solarità e il suo fascino, essa esprime un forte richiamo al viaggio e alla scoperta di terre lontane.

Ci addentriamo nei quartieri storici di Bari, guidati dal profumo delle friselle – le fragranti ciambelle di pane cosparse del profumato olio d’oliva, tipico di queste zone, e di pomodori rossi maturati al sole –  e dal sapore ricco e sostanzioso del panzerotto, farcito con la gustosa mozzarella pugliese e il pomodoro – nella sua versione più semplice – o con carne di maiale e uova.
Bari ospita le spoglie del santo più venerato dal mondo ortodosso, San Nicola: le reliquie del santo si trovano all’interno della Basilica di San Nicola, nella città vecchia. Passeggiando per il centro storico della città, inoltre, si possono visitare altre importanti strutture come:

  • la cattedrale di San Sabino
  • il Castello Normanno Svevo
  • il Fortino di Sant’Antonio Abate
  • la Pinacoteca, che ha sede nel Palazzo della Provincia
  • il Museo Archeologico
  • il teatro Margherita
  • il celebre teatro Petruzzelli, sito sul lungomare

Spostandosi da una meta all’altra, all’interno della città, è possibile concedersi una pausa in qualche ristorante/trattoria e degustare i piatti tipici di Bari, quali le famose orecchiette alle cime di rapa, le zuppe di pesce con i calamari, cozze e gamberi, i cavatelli ai frutti di mare, i troccoli e le lasagne di mare, il riso con patate e cozze, le braciole alla barese, gli involtini di vitellone con prosciutto, prezzemolo e pecorino, conditi con ottimo olio locale e molto altro; non mancano dolci tipici come i torroncini, gli amaretti e le castagnedde.

A proposito di dolci, se volete assaggiare specialità della tradizione barese rivisitate in veste contemporanea (soprattutto monoporzioni o praline di cioccolata) o fare una pausa durante l’intervallo di uno spettacolo al Teatro Petruzzelli, proprio accanto a tale edificio vi è la pasticceria Cafè&Bistrot Petriella, vincitore della puntata di Cake Star 2018 dedicata a Bari.

 

 

Polignano, dove è dolce “Volare” fra grotte e scogliere

Scendendo più a sud di Bari, troviamo Polignano. Si tratta di un borgo rurale e marinaro, che si erge su un’alta scogliera e raccolto intorno alla Chiesa Matrice, ex Cattedrale di Santa Maria Assunta dedicata alla Vergine Assunta, monumento dall’aspetto umile, nato dai resti di un tempio pagano e consacrato a chiesa nel 1295.

Belle e suggestive sono le grotte della scogliera: Grotta Palazzese, Grotta dei Colombi, Grotta della Foca, Grotta della Colonna e le cale del litorale Sant’Oronzo. Proprio in una di queste grotte è possibile vivere un’esperienza unica tra food e natura: a Grotta di Palazzo – definito uno dei ristoranti più strani d’Italia – è d’obbligo un aperitivo o una cena per godere non solo del panorama suggestivo ma dei prodotti tipici del luogo.

Merita una visita Lama Monachile, così chiamata perché pare qui si trovassero numerose foche monache. Lo scenario è suggestivo e mozzafiato: due pareti di roccia a strapiombo sul mare e una piccola insenatura nel mezzo. Percorrendo il lungomare, poi, si incontra la statua di bronzo dedicata al cantante Domenico Modugno, originario di Polignano, che proprio qui diede vita alla famosa canzone “Volare”.

L’enogastronomia tipica di questo luogo, il cui centro storico sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare Adriatico, non può che vedere il pesce protagonista a tavola.  A tal proposito, abbiamo intervistato Angelo Nardomarino, uno dei fondatori di Pescaria, il primo fast food ittico italiano- Pescaria: da Sud a Nord, il primo fast food ittico italiano.

Anche i piatti di “di terra”, comunque, trovano il loro meritato spazio nei menù locali: tipico è un piatto è a base di carne di agnello, cotta al forno con contorno di piselli e arricchita da uova e formaggi locali.
Un prodotto di immenso valore biologico e qui coltivato è la cosiddetta carota di San Vito, entrata da poco nel circuito Slow Food.
Per quanto riguarda i dolci, la scelta è vasta: dai tipici pasticciotti, ricchi di crema e marmellata di amarene, alle intorchiate, dolci realizzati con le mandorle. Da provare anche i taralli dell’amore, chiamati così per la loro forma particolare.

 

 

Monopoli, la città delle cento contrade

Il nostro viaggio prosegue alla volta di Monopoli, città unica, nata da un coacervo di casali medievali sparse intorno all’antico abitato romano di Dirium, con chiese e cripte disposte intorno al porto, sui piedi della spettacolare Cattedrale, di epoca romanica e poi barocca.

È detta “Città delle cento contrade” ed è caratterizzata da angoli pittoreschi, piccole piazze e chiese (tra cui quelle di Santa Maria Amalfitana, San Domenico, San Pietro) che si snodano nel fitto labirinto di case.
Sul porto si erge il Castello di Carlo V, intorno al quale diversi artigiani mantengono tuttora viva l’arte antica di costruire le barche. Di grande interesse è l’itinerario delle Chiese rupestri bizantine, che giunge fino all’agro di Fasano: si tratta di edifici particolari per la loro architettura scavata nella roccia.

Tra i primi piatti, senza ombra di dubbio la regina incontrastata è l’orecchietta che, con la cima di rapa o con il tradizionale ragù, costituisce un simbolo della terra di Puglia.
Citiamo anche la “tiella” (chiaro segno della dominazione spagnola) di riso patate e cozze, che merita una menzione speciale. Tra i secondi, oltre al sedano, le bietole e le cicorie – da accompagnare con una purea di fave bianche – troviamo lampascioni, cetrioli e barattini che si prestano a contorni perfetti. Altri piatti tipici sono gli antipasti di mare rigorosamente serviti crudi, come detta la tradizione, le zuppe di pesce, il pane e la propria varietà di “frisedda“, la focaccia (che alcuni stranieri confondono con la pizza), il calzone di cipolle, i panzerotti ripieni di mozzarella e pomodoro, i taralli e molto altro ancora.
A Monopoli, il trionfo del gusto si raggiunge anche con i latticini: il cacioricotta, le mozzarelle, le burratine, la ricotta forte (una crema dal gusto intenso, da spalmare sul pane abbrustolito).

A fare da trait d’union tra le differenti pietanze vi è l’olio d’oliva, altro prodotto principe della regale cucina tradizionale pugliese.

 

 

Ostuni, la città bianca

Avanzando verso sud, nell’itinerario troviamo Ostuni, detta anche la Città Bianca.
Qui, aleggia un magico sentore d’Oriente (le case sono dipinte dello stesso colore di quelle di Sanaa, nello Yemen, o di alcuni villaggi remoti in Tunisia e Marocco), con la distesa delle pareti bianche addossate le une sulle altre, cucite insieme a vicoli angusti e archi rampanti.

Le mura aragonesi, tutte intorno alla cittadina, fanno da scudo ai gioielli dell’arte che brillano al suo interno. Il primo punto luce è la Cattedrale, che s’innalza nella parte più alta della città; seguono la maestosa Chiesa di S. Giacomo in Compostela, il convento delle benedettine, i siti archeologici e le masserie (antiche fattorie fortificate di latifondi tipiche della Puglia centro meridionale).

Tra i piatti tipici ostunesi, inseriamo nel nostro personale menù la frittata alla menta, il Cappello (timballo di melanzane e zucchine), il calzone, ‘ncapriata (crema di fave secche con cicoria o cime di rapa), le alici arrancate, le brasciole (piccoli rollé di carne con all’interno aglio, peperoncino e erbe aromatiche), taralli, orecchiette, castagne e maroni.

 

 

Cisternino

Ultima tappa del nostro itinerario è la cittadina di Cisternino. Simile a Ostuni, per via delle stesse schiere di case bianchissime, ricche di minuscoli giardini pensili e rampe di scale esterne, questo paese situato nella Valle d’Itria offre diversi luoghi da visitare, tra cui la Torre quadrilatera normanna e la Parrocchiale del vecchio taumaturgo Nicola, Santo di mare, la cui statua viene trasportata fra gli ulivi e i trulli della Valle d’Itria affinché il santo li protegga.

Cisternino è rinomata per i suoi fornelli da cucina situati all’esterno delle tipiche macellerie del luogo: l’usanza vuole, infatti, che ci si rechi nelle macellerie per scegliere il pezzo di carne che si vuol mangiare e questo viene arrostito al momento. Un’usanza nata molto prima che si iniziasse a parlare di Street Food: salsicce, bombette (involtini di carne di maiale ripieni solitamente di formaggio canestrato, sale e pepe), testine di agnello, arrosti misti, gnumeredd o gnummarreddi (spiedini di interiora di agnello) arrostiti al momento rappresentano un inno alla genuinità della tradizione culinaria locale.
Oltre alla carne, altri prodotti tipici sono l’Allemande (salsa vellutata di acqua di cottura dei funghi, burro, succo di limone), le cozze alla marinara, fave e cicorie, i lampascioni al forno, il latte di mandorle,  le pittole o pettole (massa fritta molto morbida composta da farina, lievito, acqua e sale) e i vermicelli ai frutti di mare.

 

Cisternino

Cisternino

 

Concedersi un break nella Puglia più autentica

La Puglia è la terra del sole e dell’ospitalità, uno scrigno aperto che contiene arte, storia, natura e profonde tradizioni enogastronomiche. Visitare questa regione, in particolare alcuni dei luoghi suggeriti nel nostro percorso, significa scoprire ogni giorno piatti colorati, che profumano di terra e mare, a contatto diretto con le produzioni locali, vere esplosioni di sapori ed eccellenze del più autentico Made in Italy.